VACANZE A VASTO IN PROVINCIA DI CHIETI:
Vasto è nata con un processo migratorio che affonda le sue radici storiche in antiche leggende, che fanno risalire la fondazione del primo borgo abitato a Diomede, re di Etolia, che, dopo la guerra di Troia, con i suoi seguaci sbarcò in queste contrade.
Peraltro, il primitivo nome di Vasto, Histonium, trae origine dall'etimo greco "istona", che identifica la presenza di una colonia ellenica dedita alla produzione e al commercio della lana (dal greco "iston").
Uavvicendarsi di civiltà successive trasformò profondamente la struttura urbanistica della città, che subì anche l'influsso della gente Etrusca, dopo quella Osca. Nel Museo Civico, a Palazzo D'Avalos, sono conservate due tavolette osche in bronzo, incise su due facce, che vennero rinvenute nei dintorni della località.
La letteratura storica conferma l'istituzione in Histonium, oggi Vasto, del Municipio Romano, e il sorgere di opere di tale epoca, distinguibili nel centro storico, che ha una delimitazione da via Barbarotta a via Roma e da corso Plebiscito a via Adriatica, con il classico impianto del "castrum" di cui affiorano ovunque resti di edifici con le tipiche caratteristiche del cocciopesto e delle tessere reticolate, pavimenti musivi, statue, lapidi e monumenti tra cui quello di Lucio Valerio Pudente, incoronato poeta latino, ad appena 12 anni, in Campidoglio (nel Museo Civico).
Mal' avvento del cristianesimo, caratterizzato dalla edificazione di costruzioni per il culto, con portali di stile lombardo-romanico (Chiesa di San Pietro e Cattedrale di San Giuseppe), si susseguono con quelle che poi sono realizzate a seguito delle invasioni barbariche che devastarono e saccheggiarono la città, distruggendola quasi interamente. Ultimi i Franchi di Pipino, guidati contro Grimoaldo, duca di Benevento.
Del periodo medioevale e tardo rinascimentale sono le opere di fortificazione, la cerchia delle mura e le torri a guardia delle porte di ingresso della città. Il castello Caldoresco, uno dei rari edifici di arte militare difensiva, ancora esistenti nell'Italia meridionale, conserva ancora intatto l'impianto del fortilizio primitivo. Ma il visitatore che volesse avere un Vasto - Il golfo
panorama completo delle antichità storiche di Vasto, può effettuare una visita al Museo Civico ove è stato ricomposto il pavimento musivo delle Terme di Histonium (che erano localizzate nella zona della Madonna delle Grazie). Lungo la via del Vecchio Ospedale sono visibili ancora i resti di mura "reticolate"; a Piazza Rossetti, da Torre di Bassano a Palazzo Spataro, sono affiorate durante le opere di ristrutturazione di alcuni edifici, mura romane, certamente quelle che delimitavano l'anfiteatro di Histonium, che, seguendo l' andamento della piazza circolare, si cela nel sottosuolo e che, in epoca medioevale veniva colmato d' acqua per farvi svolgere i giochi delle battaglie navali (le Naumachie): il corso d'acqua veniva fatto affluire, appunto, dall' attuale via Naumachia, a fianco della Chiesa di San Francesca da Paola, antico convento dei Paolotti.
A via Santa Maria Maggiore, sulla destra, a mezza strada, vi è una pietra con incisa la scritta "sobrii estote", certamente una dedica-esortazione ad essere moderati nel bere, appartenente ad una rivendita di vino di epoca romana; e a fianco, sull'architrave di un portone d'ingresso, la scritta: "Intrantes Domum Timete Deum" (voi che entrate in questa casa siate timorosi di Dio).
E più oltre la "porta romana", nella caratteristica soluzione edilizia ad arco sovrapposto. In località Torricella sono ancora visibili i resti di un complesso edilizio di epoca romana, sicuramente una sontuosa villa posta in poggio che guarda lo splendido paesaggio della Marina. Qui esisteva, fino al 1200/1300, un castello munito di alte torri, posto a guardia delle scorrerie dei pirati. E lungo la passeggiata orientale "Adriatica" sono ancora visibili numerosi reperti archeologici collegati alla testimonianza della romana Histonium, come a via Pampani che, sotto il manto di asfalto cela un basolato romano, e nell' attuale Arena delle Grazie (sulla platea) si conserva un tratto della strada consolare. Questa e altre sorprese riserva la passeggiata nella Vasto alta, avventurandosi nei vicoli del suo incontaminato centro storico.
Nel Museo Archeologico (Palazzo D'Avalos) sono conservati numerosi frammenti, urne funerarie, tra cui quella della bisona Paquio Bebio e di sua moglie Flavia, il monumento a Lucio Valerio Pudente, rarissime iscrizioni osche su bronzo, orcioli su cui l'archeologo prof. Giuseppe Tacci riscontrò i motivi del dio Sole, secondo l'antica espressione del popolo dei Pelasgi; la raccolta di oltre tremila monete; bronzi di squisita fattura etrusca, crateri, monili di bronzo, lapide del tempio eretto a Ercole a Giove Capitolino, alla dea Cerere con la Statua, vasetti siculi dalla tinta corrusca, teste muliebri di marmo rarissimo; la collezione dei quadri dei fratelli Palizzi, di Nicola De Litiis, Valerico Laccetti, Gabriele Smargiassi e altri pittori contemporanei.
Fra le golosità tipiche,locali e tradizionali il famoso e inimitabile "Brodetto alla vastese" il cui segreto è custodito da intere generazioni tra le famiglie.
Altro piatto i "polpi in purgatorio", cucinati in una salsa speciale e serviti con un pizzico di peperoncino.
Per i golosi consigliamo di assaggiare la "scapéce" confezionata con un pesce da taglio.
A Marina di Vasto il fascino è legato, in tutto o in parte, alla sua posizione quasi appartata, al silenzio, al carattere per fortuna ancora incontaminato della vita che vi si svolge, nell'autentica espressione della natura.
Ma qual è, dunque, il segreto del fascino di Marina di Vasto, capace di attrarre, ogni anno, un numero sempre più crescente di forestieri?
I turisti se lo chiedono spesso: quelli che vi ritornano, che sono attratti da un irresistibile desiderio di sole, a contatto con la natura nella dolce tenerezza dei tramonti infuocati, allietati dal frinire delle cicale; quelli che vi giungono la prima volta, rimanendone incantati. Desiderio di evadere dalla vita rumorosa della città tentacolare!
Si direbbe che in nessun luogo la natura sia stata così prodiga da radunare verde e luce in questa spiaggia dove Vasto si alza e si adagia col susseguirsi di dolci declivi che scendono fino al mare. Ma ciò che maggiormente affascina il turista è un indefinibile senso di accogliente intimità e di pace serena. La spiaggia è ancora un angolo di paradiso terrestre fortunatamente ancora preservato dalla contaminazione, che si direbbe destinato apposta ai sogni ed alle estasi degli amanti e a coloro i quali anelano ad un benefico riposo.
Il paesaggio qui è idilliaco e mite, ricco di palme e di fiori, specie se guardato dall'alto della città. Volgete lo sguardo attorno. Se è una giornata limpida, potete scorgere il golfo vastese con il promontorio del Gargano che si protende verso il mare; le isole Tremiti, a distanza, vi appaiono come macchie azzurro cupo sull'orizzonte ceruleo della distesa del mare. Ai vostri piedi, oltre gli orti, gli aranci, i verdi vigneti e gli ulivi, potrete distinguere la lunga, ampia striscia di sabbia bagnata dal sole, che si estende a perdita d'occhio, morbida e bianca.
Il tramonto bisogna andarlo a vedere a Punta Penna, dove si apre, come in una scenario naturale, la chiostra della Maiella e del Gran Sasso. Qui il mare è calmo, fatto di tenere ombre azzurre, ed il sole incendia l'orizzonte. Sull'acqua divenuta rosa, leggermente tremula dentro il bacino, pende, come una gigantesca ragnatela, la rete del "Trabocco".
La sera, al rientro, ripercorrendo la strada che vi porterà a Marina di Vasto, lungo la costa verde smeraldo, merlettata da scogliere, ne scoprirete il fascino profondo, e il fenomeno ha una tale potenza suggestiva che è impossibile sottrarvisi: la Marina, stretta tra due conche, quella del cielo trapunto di stelle, e quella del mare, arrossata dal bagliore del plenilunio, fluida, ingemmata di mille luci che vi si infrangono, dominata dall'anfiteatro della città alta. Vi appare in tutto il suo magico splendore, rivelandovi tutta la sua regale bellezza.
Patrono di Vasto: San Michele Arcangelo (29 settembre). |